mercoledì 17 maggio 2017

Comunicazione e linguaggio

La comunicazione è uno scambio di messaggi. Tutti gli esseri viventi comunicano tra loro con mezzi molto diversi: la voce, i gesti,la postura del corpo, i movimenti ecc. Comunicare garantisce l'adattamento all'ambiente di ciascun essere vivente. Nella specie umana la comunicazione è particolarmente complessa, perché deve trasmettere informazioni molto articolate e complesse. Per gli esseri umani, che vivono in costante relazione gli uni con gli altri, comunicare è un'esigenza quotidiana e richiede competenze che si sviluppano nel corso della vita di ciascun essere umano.  





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La comunicazione ha una struttura ben precisa. Innanzitutto  c'è un mittente, ovvero colui che invia le informazioni, questo trasmette un messaggio ad un destinatario/ricevente, utilizzando un codice. Il mittente codifica il messaggio, ossia organizza le informazioni secondo le regole del codice che ha scelto (il linguaggio, i gesti, i colori ecc.). Il ricevente decodifica il codice quindi lo interpreta sulla base dello stesso codice. Per fare tutto questo il mittente e il destinatario utilizzano un canale, cioè un mezzo fisico che trasporta le informazioni ( la voce e l'aria nel caso della comunicazione verbale). 




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Il linguaggio è una facoltà molto complessa, infatti, i bambini piccoli occorrono molto tempo per imparare a parlare. Alla nascita i bambini dispongono di tutta la gamma di suoni possibili. La pronuncia dunque non è un fatto innato. L'apprendimento del linguaggio ha una fase critica, che va dalla nascita agli 11 anni: se in questo periodo non vengono poste le basi del linguaggio, sarà impossibile imparare a parlare. 
Ci sono varie teorie sulla nascita del linguaggio di: - Burrus Skinner
                                                                           - Noam Chomsky 
                                                                           - Jean Piaget
                                                                           - Vygotskij

- Skinner sostiene che il linguaggio viene appreso mediante il condizionamento operante, ossia una serie di stimoli, reazioni e rinforzi che mantengono attivo un certo comportamento. I bambini imparano a parlare spontaneamente o per imitazione. L'apprendimento del linguaggio dunque è legato alla socializzazione.

- Chomsky ipotizza che il bambino abbia già in sé la capacità innata (= fin dalla nascita) di comprendere la lingua madre e di riprodurla in modo corretto. Ciò costituisce una specie di sistema incorporato, che non si tratta di qualcosa di fisico, ma di un insieme di capacità che permettono al bambino piccolo l'apprendimento di qualsiasi lingua. 

- Piaget sostiene che il bambino impara a parlare nella fase del cosiddetto egocentrismo infantile. Durante questa fase il bambino è centrato su se stesso e non interagisce con gli altri, il suo linguaggio  quindi non serve per parlare con gli altri ma con se stesso. Questo avviene affinché il bambino possa organizzare il proprio pensiero e le proprie idee. 

- Vygotskij sostiene che il percorso è esattamente opposto: dapprima sorge il linguaggio comunicativo; successivamente si sviluppa il linguaggio interiore che permette di regolare dall'interno i processi cognitivi e il proprio comportamento. 




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sabato 1 aprile 2017

Le mappe cognitive e l'apprendimento latente di Tolman.

Il comportamentismo riduce il comportamento ad una risposta meccanica all'ambiente. Quando impariamo a fare una cosa entra in funzione un processo molto più  complesso di una semplice reazione ad uno stimolo fu lo psicologo statunitense Edward Tolman a studiare questa riduzione del comportamento. Esso afferma che tra lo stimolo e la risposta, nella nostra mente, ci sono variabili intermedie. Secondo Tolman è possibile che vi sia apprendimento anche in maniera latente. Tolman dimostrò l’esistenza di questa forma di apprendimento. Secondo Tolman:
-Si apprende anche senza rinforzi, per fare fronte ad una situazione problematica, ma il comportamento non è esibito se non si ha uno scopo da realizzare. 
-Comportamento è l'azione o la serie di azioni finalizzate ad uno scopo (comportamento intenzionale). 

Tolman ha svolto esperimenti nei cosiddetti labirinti di apprendimento. Ha osservato che un animale esplora un territorio in modo disinteressato e memorizza la collocazione delle fonti di cibo o di acqua, sebbene in quel momento non ne abbia bisogno.  La meta viene raggiunta secondo il percorso più semplice e meno dispendioso (principio del minimo sforzo). I ratti agivano sulla base di una rappresentazione mentale interna dello spazio del labirinto, una mappa cognitiva che i ratti “consultavano” e favoriva un comportamento parsimonioso.

        
LABIRINTO DI APPRENDIMENTO  
  
Attraverso le esplorazioni si costruiscono le mappe cognitive, ossia rappresentazioni mentali dello spazio attraversato, grazie alle quali potremo raggiungere la meta necessaria nel momento del bisogno. Questo è quello che Tolman chiama rappresentazione latente: una raccolta di informazioni utili in futuro e pronte per essere utilizzate. 


mercoledì 1 febbraio 2017

Le oche di Konrad Lorenz

Lorenz nacque a Vienna nel 1903 e fin da bambino il rapporto di Lorenz con gli animali è sempre stato molto intenso. Da bambino Lorenz lesse il libro “Il viaggio del meraviglioso Nils Holgersson” della scrittrice svedese Selma Lagerlöf, questo suscitò in lui la passione per gli animali e in particolare per le oche selvatiche.
La lettura di questo racconto fece nascere in Lorenz il desiderio di avere un’oca. Tuttavia per volere dei genitori si dovette accontentare di un anatroccolo.
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Pur essendo appassionato di paleontologia e zoologia, Lorenz si iscrisse alla facoltà di medicina per volere del padre. Dopo la laurea, i suoi interessi per gli animali lo portarono a lavorare nei laboratori dell’Istituto di zoologia a Vienna. Le osservazioni del comportamento animale invece avvenivano nella residenza estiva di Altenberg, dove poteva tenere le oche selvatiche nel loro ambiente naturale.
Lorenz scrisse un libro:“L’anello di Re Salomone”, nel quale racconta l’esperienza d’imprinting* con l’ochetta Martina, la prima oca selvatica covata in incubatrice. Martina al momento della schiusa dall’uovo vede Lorenz. Da quell’istante ogni tentativo di affidare la piccola a un’oca domestica fu vano. L’ochetta incominciò a seguirlo ovunque al punto che fu costretto a costruire un cestino per portarla sempre in spalla. Martina continuerò questo attaccamento, seguendo Lorenz dappertutto, fino all’arrivo dell’estate in cui divenne un uccello adulto pronto a prendere il volo.
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*Con il termine imprinting si indica la modalità di apprendimento che si attua in un determinato periodo della vita di un cucciolo, detto "fase sensibile". In tale periodo il cucciolo è predisposto biologicamente ad apprendere, ed in lui si fissano dei modelli di comportamento.

Gli studi sulle oche portarono Lorenz al Premio Nobel. Morì nel 1989 all’età di 86 anni, accompagnato fino alla fine dalle sue amiche più fedeli, le oche selvatiche, inseparabili nella passeggiata quotidiana e durante il bagno nel Danubio.

giovedì 26 gennaio 2017

Identità chiusa e identità aperta

In classe abbiamo parlato di cosa può significare un cerchio: un cerchio puó essere inclusivo, e perciò mette in comune tutto ciò che c'è al suo interno; oppure può essere esclusivo, cioè può escludere o emarginare le persone al di fuori di esso. Anche i bambini, fin da quando sono piccoli disegnano cerchi, fino ad una certa età li disegnano non chiusi. Quando il bambino comincia a disegnare cerchi chiusi, capisce anche cosa il cerchio include e esclude. Abbiamo anche accennato alla risata inclusoria (cioè si ride tutti insieme) e alla risata esclusoria (cioè si deride di qualcuno), se questo capita ad un bambino di frequente, può succedere che il bambino abbia un'abbassamento dell'autostima e una continua insicurezza.